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SOLUZIONI PER IL VERDE URBANO SENZA SPRECHI IDRICI

La recente crisi idrica italiana dell’estate 2017 deve darci occasione di riflettere.

Alcuni la vedono come una polemica estiva tra parti politiche avverse, altri come una bolla mediatica che si sgonfierà alle prime piogge autunnali ma, in una visione più lungimirante, si tratta di qualcosa di più complesso sui cambiamenti climatici.

Il cambiamento climatico ha messo radici e la graduale siccità (e desertificazione) è uno dei problemi più gravi da considerare.

Perciò, il verde che progettiamo, è pensato nell’ottica dei Giardini Mediterranei, in contrapposizione ai più comuni spazi verdi pensati e gestiti nella falsa convinzione d’essere in nord Europa dove acqua ed umidità abbondano tutto l’anno.

Il prato inglese è una realtà ingiustificata e pericolosa dal punto di vista ambientale nei contesti dove permangono molti mesi di siccità.

Una interessante soluzione, solo per fare un esempio, si può ottenere con la interessantissima pianta di Phyla nodiflora (volgarmente detta Lippia), molto resistente alla siccità e che si presta come valida alternativa al prato. Si tratta di una specie perenne che tollera il calpestio intenso e, se associata con altre tappezzanti a ridotte esigenze idriche, garantisce una copertura verde e fiorita per tutto l’anno. La riconversione di un prato comune passa per una buona lavorazione del terreno e la messa a dimora di piante resistenti in epoche adeguate (ottobre è il mese giusto).

Il team dello Studio AdP è disponibile ad effettuare sopralluoghi e progettazioni specifiche per i vostri spazi verdi.

L’acqua è un bene troppo prezioso per essere sprecato in maniera sciocca. Riconversione mediterranea è la via!

PS: vorremmo ringraziare prima di tutto il nostro ispiratore Olivier Filippi, autore di un saggio libro sul tema (Per un giardino mediterraneo, il verde senza irrigazione, edito da Jaca Book) e poi il Vivaio La Parrina ad Orbetello grazie alla cui passione e lungimiranza nella produzione di piante resistenti alla siccità è possibile (e in futuro lo sarà sempre di più) fare buoni progetti ecologici.

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