UNA SIEPE IN LINEA CON I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Architettura del Paesaggio e Paesaggista
Siepe mista paesaggistica
Architettura del Paesaggio Lastrucci Saverio
Siepe di aromatiche per cucina

Progettare una siepe può apparire semplice ma, in realtà, sono diversi gli aspetti che devono essere valutati affinché si possa ottenere un risultato adeguato alle esigenze per cui la si realizza, al contesto e al paesaggio in cui è collocata. Prima della scelta botanica delle piante da utilizzare sono molti gli aspetti da valutare e i principali possono essere: tipo di terreno, condizioni climatiche, disponibilità di acqua.

Personalmente adoro le siepi paesaggistiche mise per collegarle al contesto circostante a meno di trovarsi in centro urbano dove le esigenze possono essere legate soprattutto alla riservatezza/privacy.

Con i sempre maggiori effetti legati ai cambiamenti climatici è fondamentale oggi valutare il dispendio di acqua necessario a garantire la sopravvivenza della nostra siepe perciò la preparazione del terreno ma, soprattutto la scelta botanica, assumono una fondamentale importanza.

Vogliamo qui indicare quest’articolo che indicazioni 4 piante adatte per una siepe resistente, impiegate sia da sole (monospecifica) sia mescolandole fra loro Solopiante.it: La siepe più resistente.

Oltre a questi 4 generi botanici molte altre sono le piante da siepe impiegabili, fino alla possibilità di creare siepi con piante adatte all’elaborazione di piatti gourmet!

Phalaenopsis e Stella di Natale in regalo: come mantenerle

Falenopsis orchidea esotica e stella di Natale

L’orchidea falenopsis (Phalaenopsis) è fra le più regalate sotto le feste natalizie assieme alla stella di Natale (Euphorbia pulcherrima), scegliendo fra loro quale gradevole e ornamentale alternativa.

La falenopsis, diffusa dall’Asia tropicale e subtropicale all’Australia, è un genere botanico che comprende oltre settanta specie diverse e deve il suo nome dalla forma del fiore, simile ad una farfalla (phalaena).

La  stella di Natale, detta anche poinsettia o poinsezia, proviene dal Messico dov’è pianta sacra in quanto simbolo della purezza.

Per, far durare la “fioritura” più a lungo possibile, sistemate l’esemplare in una stanza luminosa, lontano dai raggi solari e dal termosifone o altre fonti di calore, con temperatura compresa fra 15 e 20 °C.

Se possibile, date una collocazione definitiva, senza spostamenti continui (ad esempio perché funge da centrotavola ma due volte al giorno la tavola va apparecchiata…!).

Per l’annaffiatura, osservate il substrato (se appare asciutto o umido) e abituatevi a soppesare il vaso: si bagna solo se è leggero, versando lentamente un bicchiere d’acqua dall’alto, MAI SUL SUBSTRATO ma nel sottovaso lasciandolo per 15-25 minuti, e buttando via quanto eventualmente rimanesse.

Ad annaffiature alterne, generalmente ogni 2 settimane, aggiungete del concime liquido,  specifico per orchidee o generico per la stella.

Se l’ambiente è caldo e secco, vaporizzate  a giorni alterni le foglie e il substrato dell’orchidea con acqua decalcificata mentre, per la stella basterà mettere una spugnetta umida sul substrato.

Nel caso dell’orchidea, se i boccioli si seccano, la pianta riceve troppo poca acqua; se invece rammolliscono con la punta marroncina, l’esemplare è troppo umido; in entrambi i casi i bocci cadranno.

Bagolaro o Spaccasassi – Celtis australis

Il bagolaro, nome scientifico Celtis Australis, è un albero molto diffuso in Italia e conosciuto anche con il nome di albero spaccasassi. Significative le derivazioni originarie dei suoi nomi:

Celtis – una pianta citata da Erodoto, Dioscoride e Teofrasto, ripreso da Plinio per una pianta africana, con frutti dolci;

australis – da auster austro/ostro, il vento del sud entità dell’area geografica in cui è stata inizialmente rinvenuta questa pianta;  

bagolaro – da bàgola, «bacca» derivata dal latino bacŭla per la caratteristica del suo frutto, una piccola drupa con polpa dolciastra;

spaccasassi – per la sua rusticità e con radici in grado di farsi strada tra le pietre e addirittura di penetrare nelle rocce sgretolandole.

Comune nella regione mediterranea è una pianta molto rustica, che cresce facilmente allo stato spontaneo, anche in terreni molto difficili.

È una pianta molto longeva, può superare anche i 500 anni di età, con crescita lenta, ma continua. Raggiunge altezze anche prossime ai 30 metri. Ha una chioma ampia e globosa, un tronco grosso fino a un metro, corteccia grigia, poco screpolata, foglie ruvide, ovali-lanceolate, fiori piccoli, giallicci.

Coltivata in modo intensivo per il suo legno molto pregiato, di color grigio-biancastro: duro, flessibile, tenace, elastico e durevole, adatto per piccoli lavori al tornio, per la fabbricazione di mobili, ma anche semplicemente per la produzione di carbone.

Dalla corteccia si riesce a ricavare un pigmento giallo, impiegato in tintoria.

Il frutto del bagolaro, una piccola drupa dalla dimensione di un’oliva dal sapore leggermente dolciastro e con poca polpa, rappresenta una buona fonte di fibre alimentari, proteine e vitamine, è da sempre usato per confetture e liquori.

Oggi l’utilizzo maggiore è come specie ornamentale nel verde pubblico, su viali e parchi. Con la sua ampia chioma, infatti, è perfetto per ombreggiare, non ha problemi con i terreni scarsi delle strade o con la copertura dell’asfalto. Resiste bene all’inquinamento e sopporta discretamente anche errori di potatura. Si dovrebbe comunque stare attenti a tenerlo lontano dalla rete idrica che potrebbe essere danneggiata dalle forti radici della pianta spaccasassi.

Curiosità

I rami più alti dell’albero di bagolaro ospitano una splendida farfalla, la Vanessa antiopa (Nymphalis antiopa), un’elegante specie di lepidottero italiano.

CONSIGLI PER UN AUTUNNO FIORITO

 

Anche l’autunno ci riserva colori e fioriture che ci portano tanta energia positiva!

Se vuoi avere un angolo fiorito ecco qualche “flower solution” che fa per te perché è possibile portare nel vostro giardino o terrazzo un po’ di colore: se infatti è la stagione in cui cadono le foglie, è tuttavia anche il momento in cui alcune piante fioriscono.

In autunno non dovrete quindi rinunciare a un tocco di colore!

Per il giardino si possono inserire:

Abelia – Arbusto sempreverde, con fiori bianchi visibili da giugno a ottobre. L’Abelia ha piccole foglie ovali, monocromatiche o variegate. Indicata per macchie, siepi di media altezza (crescono in fretta e sopportano bene il freddo!).

Cassia – Una bella pianta della famiglia delle Leguminose. Ha una virtù molto particolare, continua a fiorire verso la fine dell’estate e continua a illuminare il giardino fino alle soglie dell’inverno con grappoli di corolle giallo oro all’apice del fogliame. Appartiene alla famiglia delle piante sempreverdi. Ha un portamento elegante.

Polygala Myrtifolia – Grazioso arbusto sempreverde adatto solo ai climi molto miti e caldi. Riesce molto bene in vaso e resiste al mare (anche lui resiste benissimo al freddo!)

Gaura – È un genere di piante erbacee della famiglia Onagraceae, native del Nord America. Le Gaura hanno una rosetta basale di foglie da cui si dipartono fusti eretti e rigogliosi di fiori che posso superare i 2 metri di altezza, densamente fogliati nella sezione inferiore, privi di foglie nella parte apicale.

Oleandro – Un arbusto sempreverde dal portamento arbustivo, con fusti generalmente ramificati che partono dalla ceppaia, dapprima eretti, poi arcuati verso l’esterno. I rami giovani sono verdi e glabri. I fusti e i rami vecchi hanno una corteccia di colore grigiastro. Le foglie, velenose come i fusti, sono glabre e coriacee. I fiori sono grandi e vistosi, a simmetria raggiata, disposti in cime terminali.

Tulbaghia Violacea – È una pianta perenne dal portamento cespitoso, ha foglie strette e allungate (40-60 cm circa), e produce a partire da giugno, per tutta l’estate fino all’autunno inoltrato, steli che recano in cima un mazzolino di fiori stellati, di colore rosa-violetto, profumati. Forma dei ciuffi densi e folti, decorativi anche quando non fioriti.

Veronica – Le veroniche sono erbacee di dimensioni medie o grandi, sviluppano cespi abbastanza compatti, costituiti da sottili fusti eretti, semi-legnosi, alla cui base sono presenti piccole foglie lanceolate.

Per una nota colorata su terrazzi e balconi si possono inserire:

Ciclamini – piante erbacee con fiori profumati e colorati, facili da mantenere, resistenti al freddo che prediligono terreno umido ma senza ristagno d’acqua, facendo attenzione ad evitare le gelate e i raggi diretti del sole, indicati solo per un breve periodo.

Crisantemi – anche se spesso associati al mese dei morti sono comunque disponibili in tanti diversi colori, forme e varietà ed aspetti con fiori tutt’altro che tristi. Non temono l’abbassamento delle temperature e necessitano davvero poche cure, gli basta una posizione soleggiata e un terreno umido.

Cavolo Ornamentale – Per un tocco diverso è sicuramente da provare.  Le foglie con le loro nuance dal verde al violetto donano un tocco nordico al vostro terrazzo. Una posizione soleggiata andrà benissimo, e con cure ridottissime perché rustica e si adatta alle varie situazioni del clima, in particolare basta sapere che non teme temperature sotto zero.

Ci sono tante soluzioni fiorite per non rinunciare ad avere un balcone autunnale!

Oltre a queste piante citate si potranno scegliere ancora molte altre piante tra eriche, viole, dalie, skimmia (Skimmia japonica), zinnie (Aster spp.), la Ciliegia Gerusalemme (S) … tutte specie con fioriture o frutti autunnali.  Combinandoli insieme avrete delle composizioni bellissime, disponendole nel giardino, in vasi o cassette colorate.

E poi i fiori recisi, che potranno essere abbinati in casa con zucchette, bacche e perché no anche un ramo di corbezzolo “rubato” nel giardino di un’amica!

Pyrus calleryana varietà Chanticleer

Varietà orticola di un pero di origini cinesi, Pyrus calleryana ‘Chanticleer’  dalle eccellenti caratteristiche ornamentali, tali da meritare un posto di riguardo nei giardini privati, come nei parchi e nei viali cittadini perché è un albero facile, resistente allo smog, agli stress da siccità, al freddo anche intenso e quindi si può utilizzare in quasi tutta l’Italia.

Questo pero nel tempo raggiunge i 6-12 metri di altezza, ha la chioma compatta piramidale e adatta agli spazi ristretti. A foglia caduca, è bello sempre: in inverno, per la forma; in primavera, quando si trasforma in una strepitosa nuvola bianca: in estate, grazie al fogliame verde chiaro e ai piccoli frutti a forma di pera; in autunno, quando s’infiamma di rosso porpora, con i frutti arancio.

Il Pero nel passato era consacrato alla luna ed alla dea Era, la cui statua nell’Heràion di Micene era scolpita nel legno di Pyrus communis. In generale, per la forma del frutto che rammenta vagamente quella del ventre femminile, veniva associato ad Afrodite e considerato simbolo erotico.

In Cina il pero è simbolo di giustizia, longevità, purezza, saggezza e buona amministrazione. Esistono svariate leggende coreane che coinvolgono la pera nel donare fertilità alla donna, buona fortuna agli esami, saggezza e salute.

TIGLIO (TILIA spp.)

Proseguiamo questa rubrica di approfondimento su alcune specie arboree per noi interessanti e da valorizzare nei contesti urbani con il Tiglio, con diverse specie, appartenente alla famiglia delle Tiliaceae. Le specie prevalenti nei contesti urbani sono quella del Tilia cordata Mill. noto col nome di tiglio selvatico, e del Tilia platyphyllos Scop. noto come tiglio nostrano.
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È un elegante albero di grandi dimensioni. Viene piantato, sin dai tempi dell’antica Roma, per il dolce profumo dei suoi fiori bianco-verdastri. Viali di tigli abbellivano i giardini di Luigi XIV in Francia e di Carlo II in Inghilterra, venne poi ampiamente utilizzato nei viali cittadini ottocenteschi.
L’effetto estetico, garantito dalla pianta e dato dalla ripetizione degli alberi nei viali e dei gruppi nei parchi, è particolarmente suggestivo e, grazie alla naturale eleganza dell’albero, è di notevole impatto specie nel periodo autunnale, quando si tinge di un caldo colore dorato con sfumature brunite e giallo-verde intenso.

ALNUS CORDATA (ONTANO NAPOLETANO)

Inauguriamo questa rubrica di approfondimento su alcune specie arboree per noi interessanti e da valorizzare nei contesti urbani con l’Ontano napoletano, appartenente alla famiglia delle Betulaceae.

Si tratta di una pianta endemica dell’Italia meridionale, in particolare della Campania.

Di seconda grandezza, raggiunge massimo i 15-20 metri di altezza.

Albero resistente alla siccità, si adatta a qualsiasi tipo di terreno, anche quelli acidi. Viene utilizzato anche come pianta pioniera, in grado di arricchire terreni molto poveri grazie al suo apparato radicale che fissa l’azoto.

Fioritura gradevole prima della fogliazione in marzo; le foglie, caduche, hanno una caratteristica forma ovata che le differenzia dagli altri Ontani.

Si tratta di una pianta che ci piace consigliare, davvero molto interessante e dal sicuro effetto ornamentale.