UNA SIEPE IN LINEA CON I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Architettura del Paesaggio e Paesaggista
Siepe mista paesaggistica
Architettura del Paesaggio Lastrucci Saverio
Siepe di aromatiche per cucina

Progettare una siepe può apparire semplice ma, in realtà, sono diversi gli aspetti che devono essere valutati affinché si possa ottenere un risultato adeguato alle esigenze per cui la si realizza, al contesto e al paesaggio in cui è collocata. Prima della scelta botanica delle piante da utilizzare sono molti gli aspetti da valutare e i principali possono essere: tipo di terreno, condizioni climatiche, disponibilità di acqua.

Personalmente adoro le siepi paesaggistiche mise per collegarle al contesto circostante a meno di trovarsi in centro urbano dove le esigenze possono essere legate soprattutto alla riservatezza/privacy.

Con i sempre maggiori effetti legati ai cambiamenti climatici è fondamentale oggi valutare il dispendio di acqua necessario a garantire la sopravvivenza della nostra siepe perciò la preparazione del terreno ma, soprattutto la scelta botanica, assumono una fondamentale importanza.

Vogliamo qui indicare quest’articolo che indicazioni 4 piante adatte per una siepe resistente, impiegate sia da sole (monospecifica) sia mescolandole fra loro Solopiante.it: La siepe più resistente.

Oltre a questi 4 generi botanici molte altre sono le piante da siepe impiegabili, fino alla possibilità di creare siepi con piante adatte all’elaborazione di piatti gourmet!

Bagolaro o Spaccasassi – Celtis australis

Il bagolaro, nome scientifico Celtis Australis, è un albero molto diffuso in Italia e conosciuto anche con il nome di albero spaccasassi. Significative le derivazioni originarie dei suoi nomi:

Celtis – una pianta citata da Erodoto, Dioscoride e Teofrasto, ripreso da Plinio per una pianta africana, con frutti dolci;

australis – da auster austro/ostro, il vento del sud entità dell’area geografica in cui è stata inizialmente rinvenuta questa pianta;  

bagolaro – da bàgola, «bacca» derivata dal latino bacŭla per la caratteristica del suo frutto, una piccola drupa con polpa dolciastra;

spaccasassi – per la sua rusticità e con radici in grado di farsi strada tra le pietre e addirittura di penetrare nelle rocce sgretolandole.

Comune nella regione mediterranea è una pianta molto rustica, che cresce facilmente allo stato spontaneo, anche in terreni molto difficili.

È una pianta molto longeva, può superare anche i 500 anni di età, con crescita lenta, ma continua. Raggiunge altezze anche prossime ai 30 metri. Ha una chioma ampia e globosa, un tronco grosso fino a un metro, corteccia grigia, poco screpolata, foglie ruvide, ovali-lanceolate, fiori piccoli, giallicci.

Coltivata in modo intensivo per il suo legno molto pregiato, di color grigio-biancastro: duro, flessibile, tenace, elastico e durevole, adatto per piccoli lavori al tornio, per la fabbricazione di mobili, ma anche semplicemente per la produzione di carbone.

Dalla corteccia si riesce a ricavare un pigmento giallo, impiegato in tintoria.

Il frutto del bagolaro, una piccola drupa dalla dimensione di un’oliva dal sapore leggermente dolciastro e con poca polpa, rappresenta una buona fonte di fibre alimentari, proteine e vitamine, è da sempre usato per confetture e liquori.

Oggi l’utilizzo maggiore è come specie ornamentale nel verde pubblico, su viali e parchi. Con la sua ampia chioma, infatti, è perfetto per ombreggiare, non ha problemi con i terreni scarsi delle strade o con la copertura dell’asfalto. Resiste bene all’inquinamento e sopporta discretamente anche errori di potatura. Si dovrebbe comunque stare attenti a tenerlo lontano dalla rete idrica che potrebbe essere danneggiata dalle forti radici della pianta spaccasassi.

Curiosità

I rami più alti dell’albero di bagolaro ospitano una splendida farfalla, la Vanessa antiopa (Nymphalis antiopa), un’elegante specie di lepidottero italiano.