Bagolaro o Spaccasassi – Celtis australis

Il bagolaro, nome scientifico Celtis Australis, è un albero molto diffuso in Italia e conosciuto anche con il nome di albero spaccasassi. Significative le derivazioni originarie dei suoi nomi:

Celtis – una pianta citata da Erodoto, Dioscoride e Teofrasto, ripreso da Plinio per una pianta africana, con frutti dolci;

australis – da auster austro/ostro, il vento del sud entità dell’area geografica in cui è stata inizialmente rinvenuta questa pianta;  

bagolaro – da bàgola, «bacca» derivata dal latino bacŭla per la caratteristica del suo frutto, una piccola drupa con polpa dolciastra;

spaccasassi – per la sua rusticità e con radici in grado di farsi strada tra le pietre e addirittura di penetrare nelle rocce sgretolandole.

Comune nella regione mediterranea è una pianta molto rustica, che cresce facilmente allo stato spontaneo, anche in terreni molto difficili.

È una pianta molto longeva, può superare anche i 500 anni di età, con crescita lenta, ma continua. Raggiunge altezze anche prossime ai 30 metri. Ha una chioma ampia e globosa, un tronco grosso fino a un metro, corteccia grigia, poco screpolata, foglie ruvide, ovali-lanceolate, fiori piccoli, giallicci.

Coltivata in modo intensivo per il suo legno molto pregiato, di color grigio-biancastro: duro, flessibile, tenace, elastico e durevole, adatto per piccoli lavori al tornio, per la fabbricazione di mobili, ma anche semplicemente per la produzione di carbone.

Dalla corteccia si riesce a ricavare un pigmento giallo, impiegato in tintoria.

Il frutto del bagolaro, una piccola drupa dalla dimensione di un’oliva dal sapore leggermente dolciastro e con poca polpa, rappresenta una buona fonte di fibre alimentari, proteine e vitamine, è da sempre usato per confetture e liquori.

Oggi l’utilizzo maggiore è come specie ornamentale nel verde pubblico, su viali e parchi. Con la sua ampia chioma, infatti, è perfetto per ombreggiare, non ha problemi con i terreni scarsi delle strade o con la copertura dell’asfalto. Resiste bene all’inquinamento e sopporta discretamente anche errori di potatura. Si dovrebbe comunque stare attenti a tenerlo lontano dalla rete idrica che potrebbe essere danneggiata dalle forti radici della pianta spaccasassi.

Curiosità

I rami più alti dell’albero di bagolaro ospitano una splendida farfalla, la Vanessa antiopa (Nymphalis antiopa), un’elegante specie di lepidottero italiano.

Il verde ci rende più felici

Quando ci troviamo nel verde all’aria aperta, in mezzo agli alberi e ai cinguettii il nostro umore migliora.
Un team di ricercatori dell’Università del Vermont negli Stati Uniti ha valutato la cronologia di quasi 5.000 utenti, durante la primavera estate, per studiare il contenuto dei post spediti dai giardini geolocalizzati nell’area di San Francisco, in California (Usa), che vanta oltre 220 siti green per un totale di ben 3.400 acri.
I tweet spediti da aree diverse, non importa se un piccolo parco o una riserva come il Golden Gate Bridge Park, sono risultati ben più gioiosi della media, con effetti benefici durati anche fino a quattro ore.
L’uso di immagini satellitari ha poi permesso ai ricercatori di valutare anche la densità della vegetazione per scoprire che più fitta era, più felici risultavano i tweet spediti da laggiù.
Per misurare il benessere scritto tra le righe gli esperti di linguistica è stato utilizzato l’edonometro, uno strumento di analisi del linguaggio in grado di quantificare il sentimento del testo in base ai valori di felicità attribuiti alle parole in lingua inglese. Lo strumento analizza le parole nel corpo del testo, come se dovesse misurare la ‘temperatura’ dei sentimenti in quell’insieme di parole.
L’edonometro ha un bagaglio di 10.022 parole di uso comune, ciascuna delle quali classificata con un punteggio da 1 (infelice) a 9 (felice). Per fare qualche esempio, “sunshine” (luce del sole) vale 7.9, mentre “traffic” (traffico) è da 3.3.
Negli ultimi anni diversi studi hanno preso in considerazione il linguaggio usato nei tweet correlato ai sentimenti. I tweet hanno rivelato sì un chiaro incremento del buon umore, ma non sappiamo quale azione possa esserne la causa diretta. Per esempio, un concerto all’aperto, un picnic con gli amici o anche solo portare a spasso il cane. Tutte attività che potrebbero aver contribuito all’ottimismo.
Tuttavia questo studio conferma quello che medici e psicologi sostengono da tempo: stare a contatto con la natura aiuta ad allentare lo stress.

da: Repubblica.it, 21/8/2019

Pyrus calleryana varietà Chanticleer

Varietà orticola di un pero di origini cinesi, Pyrus calleryana ‘Chanticleer’  dalle eccellenti caratteristiche ornamentali, tali da meritare un posto di riguardo nei giardini privati, come nei parchi e nei viali cittadini perché è un albero facile, resistente allo smog, agli stress da siccità, al freddo anche intenso e quindi si può utilizzare in quasi tutta l’Italia.

Questo pero nel tempo raggiunge i 6-12 metri di altezza, ha la chioma compatta piramidale e adatta agli spazi ristretti. A foglia caduca, è bello sempre: in inverno, per la forma; in primavera, quando si trasforma in una strepitosa nuvola bianca: in estate, grazie al fogliame verde chiaro e ai piccoli frutti a forma di pera; in autunno, quando s’infiamma di rosso porpora, con i frutti arancio.

Il Pero nel passato era consacrato alla luna ed alla dea Era, la cui statua nell’Heràion di Micene era scolpita nel legno di Pyrus communis. In generale, per la forma del frutto che rammenta vagamente quella del ventre femminile, veniva associato ad Afrodite e considerato simbolo erotico.

In Cina il pero è simbolo di giustizia, longevità, purezza, saggezza e buona amministrazione. Esistono svariate leggende coreane che coinvolgono la pera nel donare fertilità alla donna, buona fortuna agli esami, saggezza e salute.